La vita di un musicista in erba è difficile, è fatta di molti sacrifici.
C'è una sorta d'instabilità perenne, sempre in bilico tra quello che si vuole fare e quello che la gente ti dice di fare.
Noi viviamo la musica come un vero e proprio lavoro, ogni giorno andiamo in sala con la regolarità di un impiegato che va in banca quotidianamente, puntuale e professionale, investiamo tutte le nostre energie nella musica.
La musica poi viene vissuta da noi in modo diverso, io la vivo con molta spiritualità. Per me comporre musica significa avvicinarmi più a me stesso: "avete mai trovato qualcosa che vi faccia stare bene incodizionatamente?".
Per me la musica è questo.
Non è un passatempo, nemmeno un hobby, per me la musica è vita.
E' l'unica cosa che mi fa passare le paure, le angosce, le frustrazioni, la tristezza, insomma per me è una vera forma di terapia, quando mi siedo sullo sgabello qualcosa succede in me, mi sento al sicuro come un bambino che s'infila sotto il piumone dopo aver letto una storia di fantasmi, e sono davvero felice e fortunato ad aver trovato dei compagni di viaggio come Valerio, Izzy e Sandro, un ulteriore tassello aggiunto alla pura potenza della musica.
Poi lo sfondo su cui si muove la musica è davvero molto potente, ti porta a conoscere molti luoghi e molte persone portando ad intendere la musica anche come una forma di cultura molto nobile.
La cosa fantastica è che la musica è dappertutto: il sibilo dell'aria, il ticchettio dell'orologio, i passi della mia gattina, il battito del cuore, i tergicristalli in fuzione, la pioggia...
Noi nasciamo con la musica e moriremo con la musica, siamo circondati da continui stimoli sonori, sta a noi interpretarli.
Spero con tutto il cuore di diventare uno dei più "nobili servi e interpreti della musica", diventare un profondo conoscitore di questo dono e quindi diventare un profondo conoscitore di me stesso.
Questa è la mia missione.
" Inno alla musica I."
Ale - AIRWAY